COME FUNZIONANO LE GARE DI SURF

Le gare di surf vengono ormai disputate in tutto il mondo, in mari, oceani e persino piscine. Anche in Italia ne vengono organizzate molte e da ormai parecchi anni esiste la Federazione Italiana Sci Nautico e Wakeboard (FISW), che rappresenta le discipline di Surf Longboard e Shortboard, SUP (Wave, Race e Paddleboard), Body Board e Adaptive Surfing. Molti sono i campioni italiani che hanno eccelso nelle varie discipline, fra i quali Federico Nesti, che vince la medaglia d’oro nel 2019 all’Eurosurf per il Longboard, o Claire Bevilacqua, che nella stessa competizione raggiunge la prima posizione per lo Shortboard.

Ma come funzionano queste gare e come vengono assegnati i punteggi agli atleti?

Federico Nesti – Campione D’Europa 2019 nel Longboard

 Nonostante il surf sia uno sport libero e pensato per allontanare la mente dalle distrazioni quotidiane, si pone molta attenzione alle semplici regole che sono state pensate sia per le competizioni che per la pratica amatoriale: esistono molte “regole non scritte”, che i surfisti tengono a seguire in modo da permettere a tutti di godersi l’accesso alle onde. 

Durante una competizione ufficiale le regole da seguire sono molto semplici. Queste sono state definite dalla World Surf League (WSL), la quale ha progettato una metodologia universale per esprimere un giudizio sulla performance dello sportivo, in grado di tenere conto della variabilità delle onde, dell’impegno del nuotatore e della capacità di cavalcare le onde più alte. 

La prima cosa predisposta prima dell’inizio di una competizione di surf è la zona di interesse della competizione: i surfisti in gara potranno cavalcare solamente le onde presenti all’interno dell’area competitiva. Successivamente vengono stilati dei gruppi di due o quattro surfisti che in un tempo di circa venti minuti devono cavalcare le onde, in diverse manche. Durante lo svolgimento della manche, gli sportivi in gara devono necessariamente rispettare la precedenza: se un surfista sta già cavalcando un’onda nell’area della competizione non si può interferire con la sua performance, ma si deve attendere l’arrivo della successiva onda e proseguire con la competizione. 

Durante la gara, per ogni onda cavalcata, ai surfisti vengono assegnati dei punteggi da cinque giudici. Il voto può andare da 0.0 a 10.0, in base all’altezza dell’onda cavalcata, alla tipologia e alle combinazioni delle manovre effettuate durante la performance, alla velocità di esecuzione delle manovre, alla potenza e al flusso dell’onda. Il voto finale della manche viene calcolato eliminando il punteggio più alto e più basso assegnato dai cinque giudici (considerando così i tre voti medi). Successivamente si sommano i due punteggi validi più alti, arrivando così ad un massimo di venti punti raggiungibili. 

Al temine della competizione viene stilata una classifica in base ai punteggi assegnati agli sportivi, andando a conferire dei punti bonus in base ad essa: 10.0 punti al primo classificato, 8.0 al secondo e così via. Questi punteggi vengono utilizzati all’interno dei campionati: durante tutto l’anno vengono collezionati i punteggi al termine della singola competizione, in modo da avere una classifica assoluta che determina il vincitore del campionato. 

Negli ultimi decenni le competizioni di surf hanno acceso l’interesse di un pubblico sempre maggiore, non solo di appassionati o professionisti, ma anche di semplici curiosi che si sono avvicinati allo sport. Gli sportivi hanno ottenuto la loro più grande conquista nel 2020, quando il surf è stato inserito all’interno delle gare ufficiali delle Olimpiadi di Tokyo, disciplina confermata anche per le successive edizioni di Parigi 2024 e Los Angeles 2028. I primi campioni olimpici nella storia del surf sono stati il brasiliano Italo Ferreira e l’americana Carissa Moore, il primo con un punteggio di 14.77 e la seconda con 10.73. Non vediamo l’ora di tifare i primi italiani che conquisteranno l’oro olimpico nel surf!