Anno 2024 città di Parigi, il comitato Nazionale Olimpico ha deciso di volersi distinguere proponendo un modello tra i “più sostenibili” della storia volendo stabilire un nuovo format da poter utilizzare anche nelle future edizioni Olimpioniche.
Il risultato è stato un polverone di polemiche sotto più punti di vista partendo dalla scelta politica di far svolgere alcune attività agonistiche di nuoto nella Senna a qualcosa di più grave. È sempre affascinante vedere il lato luccicante della medaglia ma bisogna ricordarsi che tiene due facce ed oggi mostreremo l’altro versante, come?
Prendiamo assieme un aereo e voliamo fino Tahiti nello specifico a Teahupo’o nella Polinesia Francese, di fronte a noi troveremo un mare limpido di un colore caraibico per vedere di persona le gare olimpioniche di Surf. Sotto i nostri occhi si formeranno tra le onde più perfette esistenti al mondo, formando tubi cristallini da dover attraversare.
Il sogno di ogni surfista!
Spot Teahupo’o, Fonte: We Rock Sport
Il paesaggio sopra il livello del mare è affascinante, la spiaggia, allestita in maniera tale da poter ospitare comodamente i curiosi e tutta la parte tecnica di staff della gara. Il pubblico è in fermento pronto a godersi le due gare programmate per il sesso sia maschile che femminile, si svolgeranno in quattro giornate.
Si contendono i tre podi 48 atleti, 24 donne e 24 uomini per un totale di 6 medaglie. Ogni turno può avere la durata di 30 o 45 minuti a seconda dalle condizioni meteorologiche, dobbiamo ricordarci bene che il mare è influenzato dal clima e dall’atmosfera oltre che dalla pressione per ciò bisogna avere pazienza nell’attesa di trovare e cavalcare le onde adatte. Gli atleti nella competizione possono prendere tutte le onde che vogliono alternandosi, ma il punteggio si basa sulle due migliori prese per atleta.
Il format di gara prevedere sei round: round 1, round 2, round 3, quarti di finale, semifinali e finali.
Arriviamo al 4° giorno, si tratta del 5 Agosto, e finalmente abbiamo i risultati delle finali, dal lato femminile viene incoronata campionessa mondiale del surf Caroline Marks, statunitense, in secondo podio Tatiana Weston-Webb per chiudere il podio Johanne Defay.
Caroline Marks, Fonte: Olympics.com
Per l’ambito maschile è stato incoronato il francese originario della Polinesia Kauli Vaast, a seguire Jack Robinson per chiudere il podio Gabriel Medina che è comunque entrato nella storia per la sua onda "quasi perfetta" da 9.9 (punteggio più alto dell’intera olimpiade) e la sua foto iconica a seguito dell’onda cavalcata che lo ha fatto entrare nella storia.
Kauli Vaast, Fonte: Surfer
L’energia scorre nelle vene nonostante abbiamo assistito come spettatori, l’aria è elettrica si può prendere la scossa al solo respiro. Ma ci sono persone il cui respiro s’affanna giorno dopo giorno dall’annuncio delle Olimpiadi, nel loro caso, l’elettricità nell’aria è dovuta alla tensione degli animi.
Foto iconica Gabriel Medina Olimpiadi Parigi 2024, Fonte: La Repubblica
L’altro versante delle medaglie d’oro vinte dai super surfisti, gettano ombra su una dolorosa questione per gli abitanti dell’isola: la Torre Eiffel Tahitiana. Si tratta di una torre d’acciaio, che va a sostituire la vecchia struttura in legno che per 15 anni ha ospitato tranquillamente, senza problematiche annesse, i giudici, staff tecnico per riprese televisive delle competizioni della World Surf League, ospitata annualmente. Improvvisamente, con l’arrivo delle Olimpiadi questa torre non è stata ritenuta all’altezza. Dunque, per una competizione della durata di meno di una settimana, il compitato Olimpico assieme al governo Polinesiano governato da Moetai Brotherson, hanno dato il via libera alla costruzione di questa nuova torre dotata di ogni comfort tra cui toilette per ogni piano e aria condizionata oltre che a dimensioni più importanti.
Torre d’acciaio Teahupo’o, Fonte: Beach Grit
Il volto simbolo di questa denuncia è Matahi Drollet, surfer locale molto rispettato, che ha pubblicato sul suo canale Instagram un video in cui espone le problematiche inerenti alle conseguenze del posizionamento della nuova struttura: "Per soli tre giorni di gare non possiamo permetterci che questo accada"
Questa costruzione può portare all’aumento della “ciguattera”, una malattia che avvelena i pesci, e la devastazione del reef marino. Per primi, proprio i surfisti che nel leggendario tubo di Teahupoo sfidando i propri limiti, sanno inoltre che sfidare la natura con un impianto del genere potrebbe trasformarsi in un serio danno per i delicati equilibri del mare e per questo chiedono ai responsabili dei Giochi un passo indietro.
Matahi Drollet video denuncia, Fonte: Matahi Drollet Instgram
A Dicembre lo stesso governo, sotto le pressioni mediatiche dovute anche all’intervento dell’ISA (International Surfing Association, organo di governo del surf Olimpico), sono stati interrotti i lavori in quanto al primo test in cui è stata portata in acqua e innestata la piattaforma d’appoggio, la barriera corallina è stata danneggiata, dunque la preoccupazione aumenta immediatamente.
Il video denuncia del surfista Sardo Francisco Porcella sul danno della barriera, in cui mostra durante un’immersione i danni reali apportati a Teahupo’o, un villaggio di pescatori che vive sostenendosi dell’ecosistema locale.
Questo per un capriccio legato al comfort, inoltre è buffo pensare che non si trovino immagini reali della torre, solo qualche render da google immagini e forse dei frame se si va cercare nei video realizzati nel contesto delle Olimpiadi.
Francisco Porcella video denuncia, Fonte: Francisco Porcella instagram
L'ISA ha inoltre promulgato due proposte inerenti alla salvaguardia dell'ecosistema marino di questo luogo ritenuto sacro, dall’antica tradizione del popolo di Tahiti e da tutti i surfisti del mondo, che a loro volta lo ritengono un posto magico. La prima, consiste nel sviluppare una torre sulla spiaggia servendosi degli zoom di ultimissima generazione delle telecamere per osservare la gara; la seconda, è di utilizzare delle piattaforme su cui posizionare le telecamere ma, queste sono state pensate di dimensioni notevolmente ridotte.
Dopo una serie di incontri tra la Ministra dello sport di Tahiti Nahema Temarii e gli abitanti di Tahiti, non è stata apportata nessuna manovra di salvaguardia, i risultati di questa grande operazione potranno mostrarsi ed essere analizzati nel corso degli anni, al momento bisogna solo sperare che l’intervento non abbia causato danni permanenti.
Vecchia torre in legno di Teahupo’o, Fonte: La Gazzetta
Ormai le Olimpiadi sono terminate, la piattaforma è stata realizzata e data in lascito all’isola, nello scontento generale. Le Olimpiadi si sono sempre poste come momento stimolante e d’unione, in questa disciplina nell’edizione ’24, non hanno saputo tener conto della tutela dell’ambiente in un momento globale così delicato e della morale annessa alle origini di questo evento plurimillenario, nato per scopi nobili e sacri.
Ora possiamo prendere l’areo di ritorno per tornare a casa, chissà come evolverà questa faccenda, solo il tempo potrà svelarlo.
Per il momento esprimiamo la massima solidarietà per il popolo che abita l’isola di Teahupo’o.
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